Come un battito d'ala, di Laura Taibi




La velocità. 

Prompt inviato da sonmi451_ 


Sapevo che il mio destino era quello di morire, ma non immaginavo che lo avrei fatto guardando la mia casa bruciare. Non immaginavo che sarebbe successo così presto.
Ero pronta a morire per la mia regina, come il resto della mia famiglia prima di me, e sin da quando sono nata, mi hanno preparata per questo compito.
Ricordo quando ero ancora meno di niente, accanto alle mie sorelle, e per farci fare i buoni ci raccontavano del mondo lì fuori, uno sconfinato e ignoto luogo dove paurosi giganti potevano venire da un momento all’altro a prenderci, mangiarci e ucciderci. Noi gridavamo, ma era più un gioco che vera paura… non come adesso, mentre sento il mio corpo bruciare, agonizzante.
Da piccole, mangiavamo e ascoltavamo i suoni rassicuranti della nostra famiglia mentre loro, instancabili, continuavano a lavorare e a crescerci, insegnandoci che nessuna è superiore all’altra, che tutte nascevamo per difendere la nostra regina e che ognuna di noi aveva un compito ben delineato.
L’infanzia non durò che qualche giorno e, ben presto, venimmo smistate nei vari ruoli: c’era chi si occupava del cibo e dell’acqua per tutta la famiglia, chi puliva e manteneva in ordine, chi si occupava dei piccoli, chi partoriva nuove leve… e poi c’era chi, come me, stava a guardia della casa, per evitare attacchi e intrusioni esterne.
Era un bel compito, pensai subito. Avrei potuto esplorare un po’ il mondo esterno, come avevo sempre desiderato. Quel primo giorno mi vide carica e pronta a qualsiasi cosa e, quando finalmente vidi ciò che c’era fuori, rimasi estasiata: un tripudio di colori. Fiori colorati crescevano ovunque, alberi immensi si ergevano fino a quella volta celeste e infinita che tutte chiamavano cielo. Il mondo era un luogo immenso e bellissimo e io volevo esplorarlo.
Mi affacciai lungo il bordo e osservai quello che, tutt’ora, ho stampato nella mente: i giganti. Stavano arrivando, con le loro urla incomprensibili e la loro forza devastante.
Mi aggirai per tutta la casa, dando l’allarme ed io e le mie sorelle ci lanciammo all’attacco. Dovevamo difendere la nostra regina, la nostra casa e la nostra famiglia anche a costo della vita ma, quando provammo ad attaccare, ci rendemmo conto che non funzionava. Qualcosa di inscalfibile proteggeva i giganti.
Non ci abbattemmo. Riprovammo ancora e ancora e poi…
Poi…
Fuoco.

Quando l’alveare cadde a terra sentii l’odore della cera che fondeva e i corpi delle mie sorelle e della nostra amata regina bruciare.
Colma di rabbia mi lanciai su uno dei giganti più piccoli, che stava in disparte rispetto agli altri. Affondai il mio pungiglione e lo sentii dimenarsi. Quando mi staccai parte di me rimase attaccata a lui e lo sentii urlare mentre il mio corpo si dilaniava.

Guardo la mia casa bruciare e penso alla mia vita. Poche settimane in cui ho visto nascere e morire tutto ciò a cui tenevo.
Così. Veloce. Come un battito d’ala. 


Commenti

  1. Molto bello.
    Non mi aspettavo all'inizio che la protagonista fosse un'ape. Ottimo cambio di prospettiva!

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