La velocità.
Prompt inviato da sonmi451_
Sapevo che il mio
destino era quello di morire, ma non immaginavo che lo avrei fatto guardando la
mia casa bruciare. Non immaginavo che sarebbe successo così presto.
Ero pronta a
morire per la mia regina, come il resto della mia famiglia prima di me, e sin
da quando sono nata, mi hanno preparata per questo compito.
Ricordo quando
ero ancora meno di niente, accanto alle mie sorelle, e per farci fare i buoni
ci raccontavano del mondo lì fuori, uno sconfinato e ignoto luogo dove paurosi
giganti potevano venire da un momento all’altro a prenderci, mangiarci e
ucciderci. Noi gridavamo, ma era più un gioco che vera paura… non come adesso,
mentre sento il mio corpo bruciare, agonizzante.
Da piccole, mangiavamo
e ascoltavamo i suoni rassicuranti della nostra famiglia mentre loro,
instancabili, continuavano a lavorare e a crescerci, insegnandoci che nessuna è
superiore all’altra, che tutte nascevamo per difendere la nostra regina e che
ognuna di noi aveva un compito ben delineato.
L’infanzia non
durò che qualche giorno e, ben presto, venimmo smistate nei vari ruoli: c’era
chi si occupava del cibo e dell’acqua per tutta la famiglia, chi puliva e
manteneva in ordine, chi si occupava dei piccoli, chi partoriva nuove leve… e
poi c’era chi, come me, stava a guardia della casa, per evitare attacchi e
intrusioni esterne.
Era un bel
compito, pensai subito. Avrei potuto esplorare un po’ il mondo esterno, come
avevo sempre desiderato. Quel primo giorno mi vide carica e pronta a qualsiasi
cosa e, quando finalmente vidi ciò che c’era fuori, rimasi estasiata: un
tripudio di colori. Fiori colorati crescevano ovunque, alberi immensi si
ergevano fino a quella volta celeste e infinita che tutte chiamavano cielo. Il
mondo era un luogo immenso e bellissimo e io volevo esplorarlo.
Mi affacciai
lungo il bordo e osservai quello che, tutt’ora, ho stampato nella mente: i
giganti. Stavano arrivando, con le loro urla incomprensibili e la loro forza
devastante.
Mi aggirai per
tutta la casa, dando l’allarme ed io e le mie sorelle ci lanciammo all’attacco.
Dovevamo difendere la nostra regina, la nostra casa e la nostra famiglia anche
a costo della vita ma, quando provammo ad attaccare, ci rendemmo conto che non
funzionava. Qualcosa di inscalfibile proteggeva i giganti.
Non ci
abbattemmo. Riprovammo ancora e ancora e poi…
Poi…
Fuoco.
Quando l’alveare
cadde a terra sentii l’odore della cera che fondeva e i corpi delle mie sorelle
e della nostra amata regina bruciare.
Colma di rabbia
mi lanciai su uno dei giganti più piccoli, che stava in disparte rispetto agli
altri. Affondai il mio pungiglione e lo sentii dimenarsi. Quando mi staccai
parte di me rimase attaccata a lui e lo sentii urlare mentre il mio corpo si
dilaniava.
Guardo la mia
casa bruciare e penso alla mia vita. Poche settimane in cui ho visto nascere e
morire tutto ciò a cui tenevo.
Così. Veloce.
Come un battito d’ala.

Molto bello.
RispondiEliminaNon mi aspettavo all'inizio che la protagonista fosse un'ape. Ottimo cambio di prospettiva!